I reati presupposto della L. 231/2001

 
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La mappa dei reati è stata sviluppata con il software Freemind

MODELLO ORGANIZZATIVO EX D.LGS 231/2001

Il D.Lgs. 231/2001 ha introdotto nel nostro ordinamento il principio di responsabilità penale delle imprese. 

La commissione di illeciti da parte di coloro che agiscono in nome e per conto dell’ente che rappresentano si riflette, pertanto, anche sul patrimonio dell'ente medesimo, superando il principio dell’art. 27 della Costituzione secondo il quale “societas delinquere non potest”.

L’ampliamento della responsabilità penale all'ente, quindi, coinvolge nella punizione di taluni illeciti il patrimonio degli enti e, in definitiva, gli interessi economici dei soci, i quali, fino all’entrata in vigore della legge in oggetto, non subivano conseguenze dalla realizzazione di reati commessi, con vantaggio della società, da amministratori e/o dipendenti.

La normativa è stata nel corso del tempo innovata con l’introduzione e l’ampliamento di figure di reato nuove rispetto a quelle originariamente previste nel 2001.

Le sanzioni più gravi per gli illeciti prevedono l’interdizione per un determinato periodo di tempo (anche fino ad 1 anno per certi reati) dall’esercizio dell’attività, la sospensione o la revoca di autorizzazioni, licenze o concessioni, l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti; sanzioni pecuniarie, calcolate con il sistema delle quote.

Molte delle sanzioni citate, se applicate, comportano l'interruzione dell'attività economica svolta e, di fatto, possono portare alla cessazione dell'impresa, a causa della perdita di contratti con clientela importante (revoca per giusta causa).

Da ultimo, si segnala come il 30 marzo 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.lgs. 38/2017 che attua la Decisione Quadro 2003/568/GAI del Consiglio Europeo, relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato.

L'intervento normativo citato ha apportato rilevanti novità al reato di corruzione tra privati di cui all’art 2635 c.c., ha introdotto il nuovo reato di istigazione alla corruzione tra privati (art. 2635 bis c.c.) ed ha inasprito il trattamento sanzionatorio delle persone giuridiche previsto dal D.lgs. 231/2001 per il reato di corruzione tra privati.

L’art. 6 del D.Lgs. 231/2001 contempla tuttavia una forma di “esonero” da responsabilità dell’ente se si dimostra, in occasione di un procedimento penale per uno dei reati considerati, di aver adottato ed efficacemente attuato modelli organizzativi idonei a prevenire la realizzazione degli illeciti penali considerati.

Sulla base di tale modello organizzativo, cui deve essere evidentemente data attuazione e a presidio del quale è prevista l'istituzione - da parte dell'ente - di uno specifico Organismo di Vigilanza, è possibile dimostrare che l'eventuale reato commesso da un dipendente, pur avvantaggiando l’ente, non è espressione della volontà dell'ente medesimo.

Grazie all'adozione di un modello organizzativo aderente ai principi stabiliti nel D.Lgs 231/2001 si evita che la volontà e il comportamento del dipendente si ripercuotano automaticamente sull’ente.

Di seguito, si riportano due mappe dei reati cosiddetti "presupposti" alla base del D.Lgs 231/2001, la prima sintetica e la seconda dettagliata.

Entrambe le mappe sono state prodotte con il software gratuito Freemind.

Per chi volesse cimentarsi con l'utilizzo del software si segnala che per il funzionamento è necessaria l'installazione della macchina virtuale Java.

 

Mappa dei reati: sintesi
Mappa dei reati 231/2001: sintesi
DETTAGLIO DELLA MAPPA DEI REATI EX D.LGS 231/2001
Mappa dei reati 231/2001: dettaglio